Teatro

SPECIALE CONTE DI MONTECRISTO: Intervista con Pierpaolo Lopatriello

SPECIALE CONTE DI MONTECRISTO: Intervista con Pierpaolo Lopatriello

Dopo i meritati successi personali per l’interpretazione di Amos in “Chicago” e di Geppetto nel “Pinocchio” prodotto dalla Compagnia della Rancia, Pierpaolo Lopatriello ritorna sul palcoscenico come componente del cast del musical “Il Conte di Montecristo”.

Tu hai lavorato con i più conosciuti registi di musical, ai quali adesso si aggiunge anche Gino Landi.
Esatto. Un’ esperienza estremamente positiva quella di lavorare con lui, non mi era mai accaduto sino a questo momento. Ha un grande senso dell’umorismo e tanta voglia di divertirsi in prima persona.

Avendo tu vissuto l’esperienza del concerto di presentazione del “Conte”, puoi dirci in che cosa sarà differente, in linea generale, la versione teatrale?
Sono due cose assolutamente distanti, anche solo per il fatto della regia completamente diversa (il concerto aveva la regia di Jocelyn, n.d.r.). La versione concertistica non aveva una struttura narrativa, invece ora siamo arrivati alla versione drammaturgica, il musical ha preso completamente forma: Robert Steiner e Francesco Marchetti hanno fatto il possibile per rendere la storia fruibile; molti aneddoti e alcuni personaggi sono raccontati in maniera meno completa, però ora l’inizio e la fine della storia collimano in qualche modo.

Il tema della vendetta, secondo te, ha un impatto preponderante nello spettacolo?
Indubbiamente sì. Non a caso lo slogan utilizzato nelle locandine recita: “Che cosa saresti disposto a fare per ottenere la tua vendetta?” Si parla di una vendetta non segnata dalla cattiveria, ma dal desiderio di rivalsa di un uomo che è stato imprigionato per anni e a cui è stata tolta ogni cosa. La vendetta c’è ma è comunque vissuta soprattutto a livello morale.

Parlaci di Bertuccio, il personaggio che interpreti nello spettacolo.
Il mio personaggio rappresenta la fiducia, l’amicizia, la dedizione. Ho la fortuna di cantare una delle più belle canzoni del musical: si chiama “Una lunga notte” e racchiude in soli tre minuti tutta la storia di questo personaggio e la sua personale vendetta: Bertuccio è un ex contrabbandiere che salva Edmond Dantes dal naufragio, dopo la fuga dal Castello d’If, e da quel momento i due saranno uniti in un comune destino. In un certo senso, accompagna Dantes nei suoi propositi di vendetta, ma in maniera non del tutto consapevole.

Pensi che per uno spettacolo come “Il Conte di Montecristo” si possa ipotizzare un tour estivo?
Non abbiamo assolutamente idea di come andranno le cose da qui ad aprile, quando finirà la tournée invernale. Come molti spettacoli, questo potrebbe andare in giro in estiva. Io mi auguro che riusciremo a colpire l’immaginario del pubblico e quindi potremo tranquillamente girare anche d’estate.

Il “Corriere della Sera” riporta recentemente alcuni dati secondo cui, in Italia, stiamo assistendo a un incremento del 38% di spettatori per musical e commedie musicali. E’ realmente questa la direzione intrapresa da questo tipo di spettacolo?
Direi assolutamente di sì. Viviamo un’epoca in cui la gente ha bisogno in qualche modo di sognare. E forse il musical, negli ultimi anni, ha proprio “sfondato questa porta aperta”. In Italia dovremmo ancora lavorare sulla qualità delle produzioni, ma le cose stanno andando sicuramente bene.